Iniziamo bene: Champagne Claude Cazals


Le Mesnil-sur-Oger, 13 Maggio 2013 – Cazals

Quest’anno abbiamo deciso di iniziare il nostro consueto tour della Champagne partendo dalla Côte des Blancs e più precisamente dal suo cuore: Le Mesnil-sur-Oger.
Clos Cazals
Siamo tornati a visitare la Maison Claude Cazals, una delle più belle aziende della regione e una delle poche a possedere un “clos”, un vigneto circondato da muri in pietra. Le origini della famiglia Cazals in Champagne risalgono al 1897 quando Ernest Cazals, originario della regione dell’Herault, dipartimento della regione Languedoc-Roussillon, ha deciso di stabilirsi a Le Mesnil-sur-Oger. Il suo nipote Claude fu anche un grande inventore che si adoperò per lo sviluppo delle tecniche produttive: una delle sue più importanti invenzioni fu la “Gyropalette”, sistema meccanico per effettuare il remuage. Dopo la sua morte, nel 1996, la figlia Delphine ha iniziato a gestire l’azienda di famiglia e durante una fantastica degustazione che ha organizzato per noi ci ha raccontato la sua quasi ventennale esperianza.
Questa volta ci siamo limitati ad una visita alla cantina di vinificazione di Le Mesnil-sur-Oger e ad una degustazione di Vins Clairs e di Champagne, mentre la volta precedente abbiamo anche visitato il “Clos Cazals”, una proprietà di 3,70 ettari ad Oger cinta da mura che comprende un vigneto di Chardonnay e una villa con le cantine di invecchiamento delle bottiglie più pregiate. Fu il nonno di Delphine, Olivier, che negli anni 50 piantò il vigneto che oggi ci regala questo fantastico Champagne: “Le Clos Cazals”.
Gli altri vigneti della Maison sono tutti impiantati a Chardonnay, tutti Grand Cru e Premier Cru situati nella Côte des Blancs per un totale di circa 9 ettari. Tutti i vini sono prodotti seguento i metodi tradizionali di vinificazione e attraverso un lungo periodo di invecchiamento nelle cantine.
Dopo un periodo in cui le uve del “Clos” venivano assemblate con quelle provenienti dai vigneti di Le Mesnil-sur-Oger, a partire dalla vendemmia 1995 la Maison ha deciso di ritornare alle tradizioni passate e far rivivere la magia originale del vigneto vinificando le uve del “Clos” in purezza, come era sempre stato.
delphine
Appena arrivati alla Maison siamo stati accolti, con la solita gentilezza, da Mme Delphine Cazals che ci ha subito presentato il suo cantiniere Cédric Vigier che ci ha accompagnati in cantina e ci ha fatto assaggiare dei Vins Clairs; il primo è uno Chardonnay 2012 di Vertus vinificato in acciaio che ha fatto la malolattica: subito si è presentato al naso con un buon bouquet floreale e una buona acidità ma non eccessiva, piuttosto equilibrato. Il secondo è sempre uno Chardonnay 2012 di Oger (“Clos Cazals”) che da un mese è stato messo in barrique per proseguire l’affinamento ed essere poi assemblato con il resto della produzione che sosta in acciaio. A differenza dell’altro vino si presenta forse un po’ meno floreale, all’ingresso,  ma decisamente più lungo e con i tipici sentori del vitigno. Dopo aver assaggiato i vini in cantina siamo tornati nella sala degustazioni per proseguire i nostri assaggi in compagnia di Mme Delphine e della sua simpatica cagnolina, Griotte.
vin clair
Abbiamo iniziato la degustazione partendo dallo Chardonnay del millesimo 2006 in tre differenti versioni; la prima, con dégorgément à la volée e quindi con un dosage zero, la seconda nella versione extra-brut (con un dosaggio di 3 gr/l) che, appena verrà messo in commercio, sarà la Cuvée Vive Extra Brut, la terza invece nella versione brut con un dosaggio di 7 gr/l. I tre Champagne (pur avendo la stessa base di vino ma differenziati solo dalla quantità di liqueur de dosage) si sono presentati in maniera totalmente differente. Il primo, forse anche per il fascino di aver assistito al degorgement, era semplicemente fantastico e ci ha regalato subito tutte le caratteristiche tipiche dell’annata 2006; millesimo non facile che ha prodotto mosti con una bassa acidità ma, soprattutto per gli Chardonnay, di grande raffinatezza; l’estate è stata molto calda ma caratterizzata da un agosto e un settembre particolarmente piovosi che hanno accentuato la finezza del vitigno e la mineralità del territorio. Per il mio gusto personale ho preferito le due tipologie con il dosaggio più basso in quanto la versione brut, a mio avviso, aveva un liqueur d’expédition non ancora perfettamente amalgamato e risultava non del tutto equilibrato.
Molto interessante il “Clos Cazals Extra Brut” 2002, per l’annata prodotto nella versione extra-brut con un dosaggio di 3 gr/l; il colore è dorato chiaro, al naso è complesso, elegante con note di pasticceriae frutta secca; in bocca esprime tutta la sua finezza e la mineralità con un finale molto lungo ed elegante; grande espressione del terroir.
L’ultimo Champagne degustato è stato una vera chicca, che Delphine ci ha chiesto di assaggiare alla cieca.
1990
Cédric ci ha portato una bottiglia anonima dalla cantina che aveva appena “dégorgiato”; una volta versato nei bicchieri ho notato che il colore era tipico di uno Champagne abbastanza evoluto (sapendo che la Maison produce solo Chardonnay) con un perlage fine e abbastanza persistente, il naso denotava note evolutive, tipiche dello Chardonnay, che variavano dalla tostatura alla frutta secca per finire con sentori di biscotto e di miele, in bocca ha avidenziato subito un buon equilibrio e una buona acidità con sentori di miele e confettura di albicocca e note di pane tostato. Decisamente un vino ancora in evoluzione. Alla fine della degustazione Delphine mi ha chiesto di quale millesimo si trattasse. Andando per esclusione e riorganizzando la memoria ho azzardato denotando una certa sicurezza: “1990!” (annata che amo in modo particolare). Era proprio lei! Così siamo tornati a casa con una bottiglia uguale. Grazie Delphine!!!
A.D.

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