Champagne part 2


Somewhere in Champagne… – Cattier e Jacquesson


Anche oggi abbiamo avuto fortuna, la giornata è stata calda e piacevole, i nostri impegni ci hanno portato in posti meravigliosi che, per brevità di spazio, non posso mettere on line ma che chi ci segue su facebook potrà vedere: ne vale veramente la pena.
Il primo appuntamento è stato chéz Cattier dove un gentilissimo direttore commerciale purtroppo, a causa della malattia della segretaria che si occupa delle degustazioni, non ha potuto raccontarci molto sul vino e sulla storia della Maison.Generale
Comunque il vino è stato all’altezza delle nostre aspettative ed è stato interessante conoscere lo spirito che accomuna tutti i lavoratori della Maison Cattier. (a lato unparticolare dell’etichettatura a mano)


La gran sorpresa è arrivata nel pomeriggio presso la Maison Jacquesson dove siamo stati ricevuti da Laurent Chiquet, proprietario insieme al fratello Jean-Hervé dell’azienda.
Sin dall’inizio è stato molto chiaro spiegandoci che saremmo partiti da dove si fa veramente il vino: nelle vigne! Effettivamente nelle loro vigne vediamo delle piante messe a dura prova, con una striscia di erba tra un filare e l’altro affinché la pianta fatichi un pochino nella sua crescita e perché le radici vadano sempre verso il basso, in modo da ridurre la produzione aumentando la qualità.
In seconda battuta ci ha spiegato che quando hanno iniziato a lavorare con il padre all’azienda di famiglia, le loro idee rigorose e direi un po’ lontane dai nostri tempi in quanto incredibilmente oneste sul modo di lavorare, sullo scarso utilizzo della chimica nelle vigne, sul dichiarare sempre che cosa c’è dentro la bottiglia, erano in forte contrasto con le idee del Papà.
Ed ecco pertanto la nascita di grandi Champagne a volte equilibrati a volte forti e di cuore a volte intensi ma eleganti che caratterizzano veramente lo spirito di questi coraggiosi fratelli. Perché si, è coraggio quello che gli fa tenere un vino in cantina 15 anni per un “degorgement tardif” senza neanche pensare lontanamente a quando se ne raccoglieranno i frutti , abbiamo ascoltato la storia delle cuvée 700, dove anziché abbassare il tono di un vino per avere una qualità e un gusto sempre piuttosto regolare, hanno scelto di numerare le cuvée e di dichiarare sempre l’annata prevalente in quel brut e addirittura la percentuale.
Abbiamo assaggiato la nuova 734 con dei profumi che possono ancora evolvere per quanto intensi e complessi. Il loro Chardonnay “Avize 2000” ha finalmente i profumi di agrumi maturi, bergamotto e zeste di limone senza avere l’aspro che purtroppo alcuni vitigni della regione non riescono a perdere se non dopo gli assemblaggi.
Infine una grande sorpresa un dégorgement tardif del 1995, sta a dire un vino che è rimasto sui lieviti fino ad oggi: 15 anni… che spettacolo, che maturità, non un difetto: veramente un gran vino. Grazie Signori Chiquet, della pazienza, del coraggio e della forza che ci permetteranno di godere dei Vostri frutti.

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