Bereche et Fils: tra osservazione ed empirismo. Parte II
- Posted on 9 Settembre 2013
- in champagne, degustazioni, viaggi, vino, visite in cantina
- by admin
Dopo la visita in cantina, come consuetudine, ci siamo trasferiti nella sala degustazione dove Raphaël ci aveva già preparato un’importante selezione dei suoi vins clairs da farci assaggiare:
– Vin de Réserve (Cuvée del Reflet d’Antan).
– Les Beaux Regards Brut Nature 2009 (100% Chardonnay). La scelta di non aggiungere liqueur de dosage a questo vino è dettata dalla volontà di lasciare inalterate le note minerali e iodate del gesso. Un cavallo di razza che ha bisogno di essere domato prima di esprimere al meglio tutto il suo potenziale: subito impetuoso e minerale poi fine ed elegante, il naso regala aromi di agrumi, lime, mela verde e lieviti; in bocca è fine, l’acidità iniziale ben si amalgama con le note cremose e vellutate e quelle fruttate di mela verde e kiwi; il finale è lungo, minerale dove le note di gesso esprimono tutto il suo terroir. Uno Champagne per gli amanti dei vini naturali.
– Campania Remensis Rosé (30% Chardonnay, 65% Pinot Noir e 5% Pinot Meunier) dosaggio 3g/l con aggiunta di 5% vino rosso di riserva del 2009, sboccatura novembre 2012. Raphaël ha deciso di “tenere nascosto” questo vino rinchiudendolo in una bottiglia scura, ma appena versato nel bicchiere rivela un bellissimo colore rosa cerasuolo con dei riflessi brillanti che arrivano fino al lampone; gli aromi che sviluppa al naso sono quelli classici dei Pinot di fiori e frutti rossi; in bocca la vinosità è ben bilanciata dall’acidità e da una piacevole effervescenza con note di frutti freschi, frutti di bosco, melograno e prugna e un finale decisamente persistente con una leggera speziatura. Uno Champagne che consiglio per qualsiasi occasione anche se la potenza che esprime il Pinot Noir lo rende perfetto con dei salumi (culatello specialmente) e dei piatti di carne.
– Instant Le Cran 2006 Ludes Extra Brut (50% Pinot Noir e 50% Chardonnay) fermentazione lenta in botti di rovere per 8 mesi senza bâtonnage e filtrazione, sosta più di 60 mesi sui lieviti, dégorgement eseguito a mano, dosaggio 3g/l. Uno Champagne che avrebbe bisogno ancora di qualche anno per esprimere al meglio tutto il suo straordinario potenziale; il naso è veramente complesso, una leggera sensazione ossidativa si fonde con delle note di lievito e pasticceria secca, confettura di agrumi e frutta secca; tutte queste sensazioni sono confermate in bocca e accompagnate da un finale persistente. Un vino da tutto pasto che proverei volentieri con un Parmigiano di 60 mesi di stagionatura.
Amo particolarmente gli Champagne di questa Maison perché sono in grado di sorprendermi ogni volta; non sono decisamente dei vini “facili”, a volte sono anche un po’ aggressivi e spigolosi in gioventù ma hanno un loro carattere ben definito che li contraddistingue e riescono ad esprimere ed esaltare al meglio il terroir dal quale provengono. E come si diceva all’inizio dell’articolo… a presto Raphaël, la prossima volta in Italia con tutta la famiglia!
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