Grande Torino


Torino, 22 novembre 2008 – Torino

cavalloSono a Torino da una settimana circa e non c’è nulla come questa grande e bellissima città che ti riempie di energia, vitalità, che ti rinvigorisce e ti ridona la voglia di fare.
Per una come me che ormai è un po’ contadina le cose da fare sono tante, forse troppe: cinema, teatro, passeggiate nel centro che più amo al mondo (dopo Torino c’è solo New York), uscite serali con gli amici che mi rimangono vicini nonostante che io viva a Siena da quasi sette anni. Amo questa città da sempre e la amo in quasi tutti i suoi momenti, ma la mattina presto…
A quattordici anni uscivo alle sette di mattina anche se per arrivare a scuola ci mettevo 10 minuti, giravo per il mercatino del rione, compravo la merenda e passeggiavo per negozi chiusi. Più tardi mi sono trasferita in una via molto centrale e mi alzavo presto per godere della poesia di questa città barocca, reale, snob che si svegliava piano piano, con nell’aria il silenzio della notte che riesci sentire prima che tutti arrivino al lavoro.
Nella città che sento sempre mia c’è però qualcosa, che non è la depressione, e nemmeno la povertà: è l’odio, la rabbia, l’intolleranza.
Per strada se incroci lo sguardo di uno sconosciuto non esiste più il sorriso, il buon giorno; in macchina suonano, ti sfiorano con l’auto per spaventarti, ti insultano, picchiano le persone per una sosta prolungata al semaforo: è pazzesco!
Ti prego Torino torna ad essere educata, cortese, ama i tuoi vecchi muri e godi della tua energia senza utilizzarla per ferire chi ti sta a fianco: potresti averne bisogno domani!

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